Quello del “prendersi cura” è un tema su cui ultimamente sto riflettendo molto, anche grazie alla mia recente collaborazione con Equi-Librarsi Pet Therapy APS.
Penso che prendersi cura delle persone più deboli, più fragili, siano esse bambini, adolescenti, adulti o anziani, sia uno dei gesti più civili che una società possa compiere e che proprio per questo non sia un tema che riguardi solo le famiglie o i professionisti del settore, ma tutti noi: è una responsabilità collettiva che richiede attenzione, risorse e un approccio collettivo e integrato.
Fragilità che attraversano tutte le età
Le fragilità si manifestano in modi diversi e con bisogni specifici a seconda delle fasi della vita: bambini e adolescenti possono affrontare difficoltà legate a disabilità congenite, problemi di sviluppo o disturbi dell’apprendimento. A volte, la fragilità può derivare anche da contesti familiari difficili o da problematiche emotive che emergono durante la crescita; gli adulti possono trovarsi a fronteggiare fragilità dovute a malattie croniche, problemi di salute mentale o situazioni di esclusione sociale, come la disoccupazione o la povertà; gli anziani, infine, sono spesso esposti a fragilità legate al decadimento fisico, a malattie neurodegenerative o all’isolamento sociale, che può diventare una vera e propria emergenza silenziosa.
In ogni caso, il "prendersi cura" significa non solo affrontare le difficoltà specifiche, ma anche creare percorsi che restituiscano dignità, benessere e speranza a chi vive queste situazioni.
Il Terzo Settore: un pilastro del sistema di cura
Il Terzo Settore – formato da associazioni non profit, cooperative sociali, organizzazioni di volontariato e fondazioni – rappresenta una risposta importante per la cura delle persone con fragilità. Le famiglie sono spesso sole nell’ affrontare le sfide quotidiane legate alla fragilità di un proprio caro e alle tante difficoltà, non da ultimo quella economica: dover ad esempio prendersi cura di un familiare con una malattia grave e invalidante è molto costoso e impegnativo in termini di tempo e può comportare il dover rinunciare al proprio lavoro per un genitore/figlio.
Il Terzo Settore, penso in particolar modo alla realtà di Milano, interviene spesso laddove il sistema pubblico fatica ad arrivare, offrendo una vasta gamma di servizi: terapie e supporto psicologico per bambini e ragazzi con bisogni speciali; programmi di inclusione lavorativa per persone con disabilità o in condizioni di disagio sociale; supporto alle famiglie; attività ricreative, culturali e assistenziali per anziani e malati cronici, come quella rappresentata nella fotografia allegata, scattata l’altro ieri durante un nostro intervento Assistito con la pony in Casa Vidas per portare un momento di sollievo, distrazione e benessere agli ospiti anziani.
Per quanto il Terzo Settore sia una risorsa straordinaria, ritengo non possa e non debba operare da solo. La cura delle persone con fragilità richiede una sinergia tra pubblico e privato, in cui le istituzioni statali, locali e il mondo non profit collaborino per offrire risposte integrate e sostenibili.
Penso a finanziamenti adeguati, a servizi integrati, a investimenti sulla formazione, alla promozione di campagne per una cultura e una consapevolezza su questi temi.
Investire nel sostegno al Terzo Settore non è solo un atto di solidarietà: è una strategia lungimirante per migliorare il benessere collettivo, ridurre i costi sociali a lungo termine e rafforzare il tessuto sociale del Paese.
Il "prendersi cura" non è mai un atto isolato. È il frutto di una comunità che sceglie di non lasciare indietro nessuno. Il Terzo Settore e le politiche pubbliche, insieme, possono fare la differenza, creando un sistema di cura inclusivo, umano e sostenibile.
In un bosco, le piante aiutano con le proprie radici quella che ha bisogno di una certa sostanza. Lo fanno le piante, non possiamo farlo anche noi?
di Chiara Chierchini 22 novembre 2024
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