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La Pet Therapy con i cani e i suoi benefici

La pet therapy, o Interventi Assistiti con gli Animali (IAA), ha guadagnato crescente attenzione come approccio terapeutico complementare grazie al coinvolgimento emotivo e alla stimolazione cognitiva che l'interazione con gli animali può offrire.

I cani sono tra gli animali più coinvolti negli IAA per la loro predisposizione naturale alla socialità e alla comunicazione con gli esseri umani.


I benefici della pet therapy con i cani, documentati da studi clinici e ricerche, sono molteplici:


  • Riduzione dello stress e dell'ansia:

Recenti ricerche su pazienti pediatrici hanno dimostrato che la presenza di un cane durante le procedure mediche può regolarizzare il battito cardiaco, abbassare la pressione arteriosa e migliorare l'ossigenazione del sangue nei bambini, segnali associati a un minore livello di ansia.

  • Sollievo dal dolore:

Uno studio del 2009 ha osservato che la presenza del cane può far diminuire significativamente il livello del dolore percepito da bambini tra i 3 ed i 17 anni, in contesti ospedalieri e in alcuni momenti in cui il dolore è particolarmente forte.

Più nello specifico, il fattore cognitivo sarebbe quello maggiormente influenzato: i pensieri negativi relativi al dolore percepito verrebbero affiancati e sostituiti da pensieri confortanti relativi all’essere in compagnia di un cane.

  • Benefici psicologici e sociali:

La pet therapy con i cani è stata applicata con successo per migliorare le interazioni sociali nei bambini con difficoltà cognitive o disabilità, aiutandoli a sviluppare maggiore fiducia e inclusione nei contesti educativi e riabilitativi. Gli interventi con i cani possono favorire il rilascio di ossitocina, un neurotrasmettitore che supporta il benessere sociale ed emotivo, rendendoli utili per persone con disturbi psichiatrici o difficoltà relazionali. Inoltre, i pazienti ospedalizzati che ricevono pet-therapy avvertono anche un maggior livello di energia e un abbassamento del livello di fatica.

  • Comunicazione più facile

La presenza di un cane nei percorsi di supporto psicologico a donne con diagnosi di cancro al seno si è dimostrata favorire la comunicazione con i professionisti e quindi la partecipazione ed il coinvolgimento nella terapia, nello studio di White, Quinn, Garland, Dirkse, Wiebe, Hermann e Carlson del 2015.

 

Curiosità.

L’espressione “Pet therapy” venne utilizzata per la prima volta nel libro dello psichiatra infantile Boris Levinson intitolato “Il cane come Co-Terapeuta”, pubblicato nel 1961.

Levinson scoprì, casualmente, l’azione positiva del suo cane Jingle su un piccolo paziente autistico, che si mostrava più disponibile ad aprirsi e a relazionarsi con il dottore quando era presente il cane.  Lo psichiatra iniziò così le prime ricerche per verificare l’efficacia terapeutica degli animali da compagnia impiegati per il recupero di persone con gravi disagi psichici e giunse alla conclusione che la presenza di un animale da affezione favorisce il rilassamento, la disponibilità al dialogo e una maggiore collaborazione da parte dei pazienti.

 

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